Bentrovati amici di Cherieswood e buon 2024! Spero vi porti tanta gioia e serenità.
In questi giorni di vacanza ho pensato e ripensato che, magari, nel mio piccolo, anche io potrei aiutarvi a passare un anno migliore. Come? Semplicemente affrontando nel nostro blog temi da voi suggeriti. Potranno esservi utili a chiarire alcuni dei dubbi che avete sull’universo che ruota intorno ai bambini. D’altronde siete voi e i vostri bimbi la mia prima ispirazione.
Dopo aver letto tutte le vostre mail ho buttato giù una prima lista di argomenti da trattare. E, in base a questa, oggi ho deciso di parlarvi del nuoto neonatale, anzi, per essere precisi, dell’acquaticità neonatale. Esistono differenze tra le due attività? Si, anche se devo ammettere che non lo pensavo. Vedete, alla fine le vostre curiosità mi portano sempre ad imparare cose nuove, e per questo vi ringrazio.
Vediamo allora di capire meglio cosa si intende per acquaticità neonatale e quali sono i benefici che apporta ai neonati.
Acquaticità e neonati, un binomio perfetto
Col termine acquaticità neonatale si intende la capacità dei neonati di immergersi e muoversi agevolmente in acqua. Differisce dal nuoto perché non mira ad insegnare al bebè le basi del nuotare, ma solo a farlo rilassare e a favorire il suo sviluppo sensoriale e motorio.
Sono sempre più i pediatri che suggeriscono dei corsi di acquaticità neonatale ai loro piccoli pazienti. Questo perché i bimbi appena nati si trovano perfettamente a proprio agio in acqua. Ricordiamoci che hanno trascorso i loro primi 9 mesi di vita nell’utero materno, immersi nel liquido amniotico. Per loro essere circondati dall’acqua equivale a ritrovare quell’ambiente confortevole che li avvolgeva e proteggeva prima di venire al mondo.
Inoltre, quando sono immersi nell’acqua sperimentano un senso di leggerezza e una libertà di movimento che fuori dalla piscina sicuramente non hanno. E questo li fa stare bene.
I benefici dell’acquaticità per i neonati
Ma quindi un corso di acquaticità neonatale è utile solamente per tranquillizzare un bebè e per farlo rilassare?
No, anche se questo sarebbe un motivo più che valido per iscriverlo in piscina. Sono tanti i benefici che apporta sia al bimbo che ai genitori, dal punto di vista fisico e emotivo. Cerchiamo di capire quali sono
Acquaticità neonatale e stimolazione sensoriale
Sappiamo quanto siano importanti i sensi per un neonato. Lo aiutano a conoscere sé stesso e il mondo che lo circonda. Più volte abbiamo ribadito quanto sia utile dare ai bimbi l’opportunità di affinarli mettendoli in gioco. Ecco, l’acqua è perfetta per questo scopo. Il suo scorrere, il calore che può trasmettere, le sensazioni che regala alla pelle, sono stimolazioni sensoriali preziosissime per il bebè. Grazie ad esse potrà sviluppare o affinare le sue capacità di percezione e apprendimento, divertendosi e rilassandosi.
Sviluppo muscolare e articolare in acqua
Nell’acqua i bambini non hanno il problema del peso della gravità, possono muoversi liberamente. Di conseguenza riescono ad assumere posizioni che fuori dalla piscina non potrebbero assolutamente assumere. Quindi un corso di acquaticità neonatale aiuta il bebè a scoprire nuove posture e a favorire lo sviluppo muscolare, scheletrico e l’elasticità. Permette, inoltre, di migliorare l’equilibrio e il coordinamento, e quindi di sviluppare le competenze motorie.
Acquaticità neonatale per migliorare la respirazione e la circolazione
In acqua il bambino impara più velocemente a controllare il proprio respiro. Impara anche a respirare più profondamente e ad espandere il diaframma. Questo fa sì che la sua capacità polmonare migliori, e visto che il sistema respiratorio e quello circolatorio sono interconnessi, anche la circolazione del sangue potrà trarne numerosi benefici.
L’acquaticità neonatale per favorire il sonno e l’appetito
Come tutti sappiamo, muoversi è uno dei modi migliori per rilassarsi e scaricare lo stress.
Anche un neonato può beneficiarne. Stancarsi in piscina potrebbe portarlo a riposare meglio la sera e anche ad avere più appetito. Quindi l’acquaticità neonatale potrebbe essere molto utile per tutti quei bimbi inappetenti o che fanno fatica a prendere sonno… e, di conseguenza, anche per i loro genitori😉.
In piscina per rafforzare il legame figlio-genitore
Anche dal punto di vista emotivo l’acquaticità neonatale porta davvero tanti benefici ai bimbi. Questo perché in acqua col bebè dovrà entrare anche uno dei genitori. Avete capito bene, proprio voi, mamme o papà, dovrete indossare il costume e farvi un bel bagnetto. 😊
Non pensate neanche lontanamente di affidare il vostro piccolino esclusivamente all’istruttore. Non perché non sia in grado di prendersene cura, ma perché il neonato senza di voi si sentirebbe perso.
La vicinanza dei genitori rassicurerà il bambino, gli permetterà di affrontare con più facilità anche i piccoli problemi che potrebbero sorgere. Avere mamma o papà vicini lo incoraggerà a non arrendersi e lo farà sentire protetto. Non c’è niente di meglio per un bebè del praticare con i propri genitori un’attività che lo diverta e allo stesso tempo gli permetta di stare a stretto contatto con loro.
Aumenta la loro fiducia e l’autonomia
E avete idea di quanto l’autostima del bimbo possa rafforzarsi quando raggiunge una certa autonomia in acqua? Imparando ad interagire con l’ambiente acquatico, a muoversi, a galleggiare, il bimbo, anche se così piccino, crescerà con la convinzione di essere capace, di poter affrontare tutte le sfide. E credetemi, non è cosa da poco
Quando iniziare un corso di acquaticità neonatale?
Solitamente è a partire dai 2-3 mesi che si consiglia di iscrivere un bebè a un corso di acquaticità neonatale.
Ma non è troppo piccolo? E se ingoia l’acqua? Come fa a respirare? Queste sono alcune delle domande più frequenti che vengono in mente ai genitori quando viene consigliato loro di portare un neonato in piscina.
Ed è normale che una mamma o un papà si preoccupino della sicurezza del proprio bebè, sarebbe strano se non si ponessero dei dubbi. Io stessa, anni fa lo avrei fatto, anche perché, diciamocelo chiaro e tondo, in acqua sono una frana. Mi sarei spaventata solo all’idea di far andare in apnea mia figlia.
Ma ora sono molto più informata di allora e posso rassicurare pure voi. Ho infatti appreso che i neonati hanno dei riflessi e dei meccanismi di protezione naturali, che li aiutano ad evitare di ingerire l’acqua e a gestire la respirazione durante brevi immersioni.
Fino ai 6 mesi, infatti, possono contare sulla cosiddetta apnea volontaria, che permette loro di non inalare o ingerire liquidi quando sono sott’acqua. È un riflesso innato che si mette in atto appena il volto del bimbo entra a contatto con l’acqua. Comporta la sospensione della respirazione e la chiusura delle vie respiratorie, impedendo quindi l’ingresso del liquido nei polmoni.
Dai 6 ai 12 mesi il bambino imparerà a interagire con la propria respirazione. Da questo momento in poi potrà anche cominciare ad imparare a nuotare, se seguito nel giusto modo. Ma il mio consiglio è sempre lo stesso: non abbiate fretta, ci sarà un tempo per tutto.
Come scegliere la giusta piscina
Non si può portare un neonato in una piscina qualunque, questo è scontato. Bisogna rivolgersi a strutture attrezzate, con spazi dedicati esclusivamente ai bebè e ai loro genitori. Strutture che rispettino tutti gli standard in termini di igiene e sicurezza. E che mettano a disposizione delle neo-famiglie istruttori qualificati e competenti per guidare le sessioni di acquaticità neonatale.
Quindi, prima di iscrivervi con il vostro bebè in piscina, recatevi sul posto e controllate di persona se soddisfa le vostre aspettative.
Verificate che le vasche siano dotate di attrezzature di sicurezza adeguate, come possono essere i corrimani o i gradini, utili per agevolare l’ingresso e l’uscita dall’acqua. Controllate se si hanno a portata di mano dispositivi di galleggiamento o salvagenti per i neonati.
La profondità dell’acqua dovrebbe essere ridotta rispetto alle normali piscine. E la temperatura dovrebbe aggirarsi intorno ai 32° C per essere confortevole per i più piccini.
Scambiate due chiacchiere con i responsabili e gli istruttori. È loro interesse mettere in mostra tutti i punti di forza della struttura. Ma voi andate oltre le parole, e verificate non solo quello che dicono ma anche quello che non dicono, facendo loro delle domande. Solo in questo modo potrete farvi un’idea della qualità del servizio offerto e scegliere con maggiore consapevolezza.
E, se ve lo permettono, assistete a una lezione di acquaticità neonatale. È sempre utile avere un’idea precisa di cosa ci aspetta anziché scegliere al buio.
Esercizi di acquaticità per neonati
I primi giorni di corso del bebè non devono essere caratterizzati da chissà quali esercizi. La cosa fondamentale è che il piccolino prenda confidenza con il nuovo ambiente, e che i genitori vengano istruiti sul come interagire con lui. È importante imparare come tenere il bimbo in acqua, per rendere l’esperienza utile e divertente allo stesso tempo.
Solo in seguito, quando il bimbo si troverà a suo perfetto agio, potranno essere proposti dagli istruttori alcuni esercizi. Ma non devono essere impegnativi o stancanti: devono mirare a farlo giocare e divertire. Accompagnateli con filastrocche e canzoncine se riuscite: renderete l’esperienza ancora più coinvolgente per il vostro bebè.
Per far esplorare al bimbo il nuovo ambiente, prima ancora di immergerlo, fategli toccare l’acqua con mani e piedini. Lasciate che si diverta a schizzare, che assapori le nuove sensazioni che l’acqua gli regala. Solo in seguito, quando ormai ha preso familiarità con l’elemento, immergetelo fino al collo e spronatelo a muovere braccia e gambe.
Gli istruttori vi insegneranno come tenere il bimbo sotto le ascelle o sulla schiena per fargli sperimentare il galleggiamento. Potrà essergli utile per sviluppare il senso dell’equilibrio. E vi guideranno anche durante le sessioni in totale immersione, che saranno utili per aiutare il bambino a gestire il riflesso di apnea volontaria.
Il divertimento in acqua
Giocare con il proprio bimbo lasciandosi accarezzare dall’acqua è quanto di più bello possa esserci. Per questo cercate di superare tutte le vostre paure, e provate a iscriverlo a un corso di acquaticità neonatale.
Se non avete l’opportunità di poter portare il vostro piccolino in piscina fatelo giocare comunque nella vasca da bagno, in vostra compagnia. Logicamente non riempitela troppo e sistemate un bel tappeto antiscivolo sul suo fondo per sicurezza.
Un bel bagnetto con mamma o papà lo farà divertire… e anche stancare. E finalmente tutti a nanna felici e contenti 😉.
Sonia