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Cosa c’è di più dolce di una madre che allatta al seno il proprio bimbo?

Tra loro sembra crearsi un legame magico, che favorisce sia la crescita fisica che quella psichica del piccolino. Allattare al seno è, infatti, un gesto di intimità profonda, che crea una connessione emotiva unica tra madre e figlio. L’abbraccio, il contatto pelle a pelle che si viene a creare nel momento della poppata, rasserenano il neonato e lo fanno sentire al sicuro. Gli sguardi d’amore che i due si scambiano, le coccole che vengono elargite in quegli istanti, portano benefici a entrambi.

Non sempre, però, le donne si trovano a proprio agio nell’allattare al seno. Soprattutto inizialmente, accade spesso che debbano fare i conti con le loro insicurezze. La paura di non essere in grado di produrre abbastanza latte per sfamare il proprio bimbo, oppure quella di non riuscire ad aiutare la piccola creatura ad attaccarsi al seno come dovrebbe, molte volte affliggono le neomamme ancora prima di partorire. In seguito, sono altri i problemi che possono ostacolare il naturale processo dell’allattamento e far desistere alcune donne dal portarlo avanti.

Quando questo accade la cosa importante è non scoraggiarsi e non farsi prendere dal panico. Bisogna sempre chiedere aiuto alle ostetriche o ai consulenti per l’allattamento. Oggi io proverò a darvi dei consigli utili sul come allattare al seno il vostro bimbo e per quanto tempo farlo, ma ricordatevi che è fondamentale rivolgersi sempre a figure professionali accreditate. Mai sostituire gli specialisti del settore con voci che arrivano da un blog: la salute non può essere messa in mano al web.

Vantaggi e svantaggi dell’allattamento al seno

Ma perché si dovrebbe allattare al seno il proprio bimbo quando lo si può tranquillamente nutrire con un biberon e del latte artificiale? Non vi è mai capitato di sentirvi rivolgere questa domanda?

Oltre al forte legame mamma-figlio che questa pratica millenaria comporta, sono diversi i motivi per i quali allattare al seno è fortemente consigliato quando si può. Non dico che non comporti anche qualche svantaggio, ma il più delle volte sono irrilevanti rispetto ai benefici che apporta.

Vediamo, quindi, sia i pro che i contro dell’allattamento al seno prima di proseguire con il nostro articolo.

I benefici dell’allattare al seno

L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha da tempo riconosciuto e messo in evidenza i benefici che il latte materno apporta al bebè.

Si tratta di un alimento completo, che fornisce tutti gli elementi nutritivi per un corretto sviluppo fisico e mentale. Protegge il neonato dal rischio di infezioni, ed è in grado di ridurre il rischio di malattie e disturbi quali obesità e diabete in età adulta. Allattare al seno, inoltre, significa anche diminuire la probabilità che il bambino soffra di asma, allergie, anemie e otiti.

Per i neonati prematuri rappresenta la salvezza, in quanto dà loro le difese immunitarie che gli mancano.

Anche la neomamma può ottenere importanti benefici dall’allattamento al seno. Intanto ha meno probabilità di sviluppare tumori all’utero e alla mammella e di essere soggetta all’osteoporosi. Perde più facilmente il peso accumulato in gravidanza. E, inoltre, non deve perdere tempo a preparare biberon, a verificare la temperatura del latte, ecc. È come avere a portata di mano un piatto pronto e per di più gratuito: non male, vero? 😉

I problemi derivanti dall’allattamento al seno

Non tutte le donne, però, possono allattare al seno. O almeno non lo possono fare per tempi prolungati per problemi legati al lavoro. Servirebbe un intervento da parte della Politica per rendere più facile alle neomamme poter lavorare e gestire contemporaneamente i bisogni dei propri bambini. Purtroppo, da questo punto di vista, in Italia siamo molto indietro. Spesso le mamme sono costrette a scegliere la via dell’allattamento artificiale o misto per non perdere il posto.

Allattamento al seno

Questo, più che uno svantaggio dell’allattamento al seno, lo definirei un impedimento. A parer mio l’unico vero svantaggio in cui le donne che allattano possono incappare è quello di avere mastiti o ragadi. Sono tuttavia problemi facilmente risolvibili seguendo i consigli del proprio medico.

Come allattare al seno i primi giorni

Ricorderò sempre quando l’infermiera dell’ospedale dove ho partorito mi portò la mia bambina per allattarla. Mi sentivo così a disagio, non sapevo neanche come prenderla. L’infermiera si sedette vicino a me ma poi, vedendo che la sua presenza mi incuteva ancora più agitazione, mi diede alcuni veloci consigli, mi tranquillizzò e andò via.

Per fortuna mia figlia si attaccò subito al seno. Il fatto che fossi nella stanza da sola, in quel momento, mi permise di rilassarmi, anche se per poco. Infatti, superata questa prima fase, la mia testa cominciò a macinare e a portare alla luce un nuovo problema. Non avevo tanto latte, come avrei fatto a nutrire la mia piccolina? Bastarono poche ore per far dileguare anche questa seconda paranoia. La mattina dopo mi alzai con una strana sensazione di tensione al seno. Quando lo feci presente alla dottoressa di turno mi disse che era normale: il mio corpo aveva reagito al succhiare della bimba.

Ora mi viene da sorridere pensando quanto fossi insicura e disinformata allora. Stiamo parlando di quasi 20 anni fa. Non si avevano a portata di mano Google e tutte le informazioni che si hanno oggi. Per chi come me non aveva nessuno vicino a cui rivolgersi tutto era una scoperta.

Per questo voglio dirvi di cercare di tranquillizzarvi se anche voi vi trovate in procinto di partorire e vi sentite un po’ confuse per quanto riguarda il come allattare. In ospedale vi spiegheranno tutto. Nel frattempo, se vi interessa, date uno sguardo a questi semplici consigli. Vi sentirete un po’ meno in difficoltà in previsione della prima poppata.

Posizioni migliori per l’allattamento al seno

Se si andasse a leggere nel sito del Ministero della Salute si troverebbero diversi suggerimenti sulla posizione da assumere per l’allattamento al seno. Da questo si può capire che non esiste una posizione migliore in assoluto, ma che ogni coppia mamma-bimbo deve trovare quella più comoda per entrambi nel momento dell’allattamento.

Trovare la posizione giusta permetterà sia alla donna che al bebè di vivere questo attimo come un momento piacevole e unico, in grado di regalare relax. Non è detto che la si trovi dal primo istante. Ci vuole un po’ di pazienza e pratica per capire quale è la migliore da assumere.

Si può allattare sia da sedute che da sdraiate nel caso si sia particolarmente stanche o durante le ore notturne. La cosa importante è che non si assumano posizioni scorrette con la schiena.

Alcune donne traggono giovamento dall’utilizzo di un cuscino per l’allattamento durante la poppata. Aiuta a ridurre il carico su schiena e braccia, dando sollievo a spalle e collo. Oggi viene sempre più consigliato da medici e pediatri per i benefici che apporta non solo alla donna ma anche al bebè.

Attaccamento corretto

Assicurarsi che il bambino si attacchi correttamente al seno è fondamentale per un allattamento efficace. Affinché possa farlo, è necessario rivolgere il viso del piccolino di fronte al seno, e posizionarlo col naso o il labbro superiore vicino al capezzolo. Deve essere in grado di attaccarsi ad esso senza fare fatica, e prendere in bocca anche parte dell’areola, non solo il capezzolo. È importante che sia il bambino ad essere avvicinato al seno e non viceversa.

Non cercate di imporgli degli orari per la poppata nei primi mesi. Fatelo mangiare come e quando vuole, sarà importante per produrre la quantità di latte che serve per le sue esigenze.

Un attaccamento corretto al seno è fondamentale, non solo per garantire al piccolino il giusto nutrimento. È importante anche per la madre, perché permette che venga ridotto il rischio di ragadi, dolori ai capezzoli, mastite ecc.

Quante volte fa la cacca un neonato allattato al seno?

Uno dei trucchi più semplici e utilizzato da generazioni per capire se il neonato si attacca bene al seno è quello di controllare quante volte fa la cacca durante il giorno. Evacuare dopo ogni pasto, infatti, è uno dei segni che indicano che si sta alimentando nella maniera giusta. Questo, però, è da prendere in considerazione solamente nelle prime settimane di vita. In seguito, la frequenza delle defecazioni diminuisce notevolmente. Può arrivare anche a evacuare una volta ogni 2/3 giorni, non bisogna allarmarsi per questo. Certo, se passano troppi giorni senza che riesca ad espellere le feci avvisate il pediatra.

Anche la quantità di urina emessa è utile per capire se il vostro bambino mangia sufficientemente. Se viene allattato al seno dovrebbe bagnare di pipì almeno 6 pannolini al giorno. Ecco perché bisogna averne in casa sempre una buona scorta 😉.

Come dare il biberon ad un neonato allattato al seno

Allattamento al seno

A volte può accadere che, per qualunque motivo, non si possa allattare il proprio bambino per brevi periodi. A me, per esempio, è capitato la prima volta che ho avuto la mastite. Eh si, se ve lo state chiedendo vi dico subito che nei primi mesi di allattamento ne ho sofferto parecchio. Non è piacevole sicuramente!

La prima volta che mi è successo sono andata al pronto soccorso e il medico mi ha detto di smettere per qualche giorno di allattare la bambina. Le altre volte, invece, mi hanno suggerito di continuare a farlo, sia per me che per lei, e in realtà mi sono trovata meglio.

Non potendola allattare Aurora si è dovuta adattare al biberon, anche se non le andava a genio. Il flusso di latte che arriva al bambino col biberon è senza dubbio maggiore di quello che gli arriva dal seno della mamma. Dobbiamo essere noi a cercare di regolarlo mantenendo biberon e neonato nella posizione corretta.

Il bebè va sorretto in maniera da trovarsi in posizione semi-eretta. Cercate di sostenere bene la sua testolina per dare sostegno al collo. Guardate il piccolino negli occhi, sorridetegli, parlategli, lo aiuterà a rilassarsi.

Se non apre la bocca, stuzzicatelo con la tettarella del biberon. Quando comincia a mangiare cercate di imitare il più possibile il flusso dell’allattamento al seno. Assicuratevi che non sia né troppo veloce, né troppo lento, e ogni tanto fate delle brevi pause.

Osservate il piccolino per capire quando è sazio. Rispettate sempre le sue esigenze anche se il biberon non viene svuotato del tutto.

Ciuccio per neonati allattati al seno

Ciuccio si, ciuccio no…per i bambini allattati al seno non sempre viene consigliato l’utilizzo del ciuccio. Questo perché, secondo alcune teorie, soprattutto se introdotto nelle prime settimane il neonato potrebbe fare confusione tra ciuccio e capezzolo. E anche il ciuccio perché fa sì che il bebè articoli bocca e lingua in maniera diversa da come dovrebbe fare quando si nutre dal seno della mamma.

Altri studi, invece, affermano che non esiste nessuna controindicazione nell’usarlo, anzi. L’utilizzo del ciuccio soddisferebbe il bisogno di suzione non nutritiva dei neonati, oltre a prevenire la sindrome della morte in culla.

Quale sia la teoria giusta io non ve lo so dire. L’unica cosa certa è che i ciucci che oggi vengono commercializzati stanno sempre di più cercando di imitare il seno materno. Imitare non vuol dire sostituire. Nessun ciuccio potrà dare al vostro bambino le stesse emozioni dell’essere allattato al seno.

Quando smettere di allattare

Non esistono delle linee guida precise che stabiliscano dopo quanto tempo una donna deve smettere di allattare il proprio bambino.

Secondo l’OMS è importantissimo che il latte materno sia l’elemento esclusivo del bebè fino ai 6 mesi di vita. Solo da allora potranno essere inseriti altri alimenti nella sua dieta, che ridurranno la frequenza delle poppate senza però eliminarle.

Allattamento al seno

Il seno dovrà essere tolto del tutto solo quando il bambino e la mamma lo desiderano. Fino ai due anni di età e anche oltre, se il piccolino lo vuole e la donna è disponibile ad allattare, non c’è nessuna controindicazione che lo vieti.

Questo significa che ogni donna dovrà mettere sulla bilancia i vantaggi e gli svantaggi che, per lei, continuare ad attaccare il suo bebè al seno comporta, e poi agire di conseguenza.

Piccoli consigli per rendere meno faticoso l’allattamento

Molte donne rinunciano il prima possibile ad allattare il loro piccolino perché non riescono a gestire le poppate notturne. Si affidano al latte artificiale, che pare sazi maggiormente i bimbi, per guadagnare qualche ora in più.

Altre invece lo fanno perché non riescono a rinunciare per troppo tempo ai peccati di gola o ai vizi come il fumo o l’alcol. Per quanto riguarda questo secondo punto, vi dico subito che non è necessario seguire una dieta specifica post-partum per allattare. È consigliato, certo, seguire un regime alimentare equilibrato, ma questo indifferentemente dalla presenza di un bambino.

Invece alcol e fumo non sono proprio tollerati per la salute del piccolino… ma neanche per la vostra. Magari proprio l’allattamento potrebbe rivelarsi quella ragione in più che vi farebbe finalmente mettere da parte bicchiere e sigaretta 😉.

Per risolvere il problema dei risvegli notturni potrete, invece, sistemare la culla del vostro bebè affianco al vostro letto. E per recuperare il sonno perduto chiedete aiuto ai papà o ad altri familiari ed amici fidati durante il giorno. Mentre loro si prenderanno cura del vostro bimbo, potrete approfittarne per una rinvigorente pennichella.

L’allattamento al seno: un dolce e importante gesto d’amore

L’allattamento al seno è un vero e proprio gesto d’amore che rende ancora più speciale il legame madre-figlio. Ogni sacrificio, ogni disagio che comporta, viene ampiamente compensato dalle emozioni che si provano nello stringere e nutrire il proprio bambino.

Certo non sempre tutto fila liscio, ma non gettate la spugna davanti al primo ostacolo. Rischiate di rinunciare a momenti unici che rimarranno nei vostri ricordi per tutta la vita. Col giusto supporto, e con le strategie adeguate, sarete in grado di superare le sfide che vi si presenteranno. Non abbiate paura di chiedere aiuto sia ai vostri familiari che alle figure professionali qualificate.

E ricordate che, se avete bisogno anche di una sola parola di conforto, noi di Cherieswood ci siamo. Facciamo il tifo per voi, per il vostro bambino e per il legame meraviglioso che vi lega dalla nascita in poi. Forza mamme!

Sonia

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