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Sin da piccola ho sempre seguito con attenzione le gare di ginnastica artistica e ritmica. Mi ricordo che aspettavo con impazienza i mondiali e le Olimpiadi per vedere quelle splendide atlete volteggiare con maestria. Mi trasmettevano una gran leggerezza anche se sapevo bene che ogni movimento che facevano era frutto di ore di allenamento.

Mi sarebbe piaciuto avere anche solo parte della loro agilità, ma ero proprio una schiappa in ginnastica. E oltretutto, quando io ero piccola, non era semplice trovare scuole di ginnastica artistica a portata di mano.

Oggi invece è molto più semplice far fare ginnastica artistica ai bimbi. Sono tante le palestre dove viene insegnata questa disciplina, sia in città che nei centri più piccoli. Anche nel paesino dove abito io ce n’è una. È, quindi, uno sport molto più accessibile di un tempo, ma possono praticarlo tutti i bambini? E quali sono i benefici che apporta? A che età bisogna cominciare a far frequentare a un bambino una palestra dove viene insegnata quest’attività sportiva così affascinante?

Se volete una risposta a queste e ad altre domande non dovete far altro che proseguire la vostra lettura. Sedetevi comodi, amici di Cherieswood, vi ruberò solamente qualche minuto.

Pro e contro del “volteggiare”

La ginnastica artistica è una disciplina a metà strada tra la ginnastica e la danza. Neanche i più piccoli sono immuni al fascino che i suoi movimenti acrobatici e aggraziati esercita.

Aiuta a sviluppare armoniosamente il corpo, ed è perfetta sia per i maschietti che per le femminucce. A livello amatoriale è adatta a tutti i bambini, perfino quelli in sovrappeso possono praticarla senza problemi.

A livello agonistico le cose cambiano, come d’altronde accade per tutti gli sport. Se si aspira alle Olimpiadi bisogna dedicare tanto tempo agli allenamenti e fare tanti sacrifici. Solo i bambini con una forte passione riescono a seguire ritmi così serrati e regole ferree come quelle che la ginnastica artistica impone.

Ma ora noi lasciamo da parte l’agonismo, al quale magari dedicherò il giusto spazio più in là. Vediamo invece quali vantaggi questo sport regala ai nostri figli e quali sono gli svantaggi del praticarlo.

Vi anticipo subito che i pro superano di gran lunga i contro, come era da immaginare. Se il sogno di vostro figlio è quello di volteggiare leggero, sicuramente potrete dargli la possibilità di vederlo realizzato.

I pro della ginnastica artistica

ginnastica artistica bimbi

Visto che mette in gioco tutto il corpo, la ginnastica artistica viene considerata uno sport completo.

Permette ai più piccoli di sviluppare coordinazione, equilibrio e flessibilità, ma anche forza muscolare e potenza. Grazie ad ella ginnastica artistica i bimbi possono prevenire o correggere eventuali difetti posturali, e acquisire la consapevolezza e il controllo del proprio corpo. Può essere utile anche per aiutare i piccolini un po’ in sovrappeso a dimagrire. Un bimbo che si muove in maniera più armonica, che non si sente impacciato, diventa più sicuro di sé. E questo può rivelarsi molto utile anche in termini di autostima.

Insegna anche la pazienza e la perseveranza. I risultati per chi pratica questo sport, infatti, non si notano dall’oggi al domani. Serve del tempo e tanta dedizione per riuscire a compiere nella maniera giusta qualunque movimento.

Aiuta a combattere lo stress, a gestirlo e affrontarlo. E questo sarà utile ai più piccoli non solo all’interno di una palestra, ma, soprattutto, nella vita di tutti i giorni.

I bimbi che praticano questo tipo di ginnastica devono seguire una disciplina ferrea e impegnarsi costantemente. Questo li aiuta a capire l’importanza delle regole, e che, se si vuole ottenere qualcosa, bisogna lavorare sodo. Una bella lezione di vita, non pensate anche voi?

I contro del praticare ginnastica artistica

Non ci sono controindicazioni vere e proprie per quanto riguarda il far praticare la ginnastica artistica ai bimbi.

Come per molte altre attività sportive, ci sono da mettere in conto gli infortuni. Fratture, lussazioni e distorsioni sono sempre dietro l’angolo. Interessano principalmente spalle, polsi, ginocchia, caviglie e la parte bassa della schiena. Possono essere prevenute insegnando ai bambini ad effettuare i movimenti nella maniera corretta, e non facendo loro usare gli attrezzi se non dopo un adeguato riscaldamento.

La figura dell’allenatore è fondamentale per tutelare il più possibile i piccoli atleti. Assicuratevi, quindi, sempre di metterli in buone mani. Scegliete con cura la palestra da far frequentare a vostro figlio, e assicuratevi che venga seguito da istruttori qualificati.

Un altro problema che può essere riscontrato, soprattutto a livello agonistico, è quello dell’eccessiva competizione e del poco tempo libero. Non tutti i bambini riescono a scaricare lo stress delle gare. Potrebbero anche essere portati per la ginnastica artistica, ma se gareggiare mette loro tanta ansia forse sarebbe meglio rivalutare la situazione.

Ginnastica artistica: da che età praticarla

Prima si comincia con la ginnastica artistica meglio è. Bisogna comunque aspettare i 4/5 anni per iscrivere il bimbo alla propedeutica a questa disciplina. A quest’età i bambini hanno raggiunto una certa maturità motoria e sono in grado di seguire le istruzioni più semplici che vengono loro date.

Per capire se a vostro figlio potrebbe piacere o no questo sport, andate a visitare con lui qualche palestra dove lo insegnano. Dalle sue reazioni potrete avere un’idea, seppur vaga, del suo interesse. Se vi sembra entusiasta, parlate con l’allenatore e chiedete tutte le informazioni a riguardo.

Si potrebbe anche valutare un inserimento precoce se il bimbo fosse particolarmente portato per questa disciplina. E come si fa a saperlo? Con una lezione di prova. Sarà molto utile sia a voi che all’istruttore per capire se il bambino è pronto o no per iniziare il suo percorso sportivo.

Come iniziare a fare ginnastica artistica da bimbi

ginnastica artistica bimbi

A chi si approccia per la prima volta a questa disciplina le prime cose che vengono insegnate sono le capriole e i rotolamenti. Servono in particolar modo ai bimbi più piccini, quelli intorno ai 4 anni, per capire come distribuire i pesi del corpo.

Subito dopo si insegna loro a saltare sulla pedana, a coordinare braccia e gambe, a esercitarsi a camminare sulla trave.

Si aspetta che il bambino abbia almeno 6 anni prima di inserire semplici acrobazie, come possono essere i salti in avanti, indietro, ecc., nell’allenamento. A quest’età si intensificano anche le flessioni e piegamenti. Grazie ad essi i piccoli atleti sviluppano la forza di braccia e gambe, necessaria sia per i salti che per esercizi più dinamici quali possono essere la ruota, la verticale, ecc.

A 8 anni un bimbo molto portato potrebbe anche cominciare a fare agonismo. In tal caso è bene scegliere per lui una palestra che disponga di tutta l’attrezzatura necessaria per potersi esercitare. Ma aspettiamo sempre che sia l’allenatore a decidere se nostro figlio sia in grado o no di affrontare delle gare. Dobbiamo fidarci di lui a 360 gradi quando decidiamo di affidargli un bambino.

Quindi niente paragoni, nessun muso lungo se nostro figlio non viene scelto per una determinata competizione e, magari, il suo amichetto sì. Ricordiamoci che ogni bambino è una storia a sé. Solo chi lo segue in palestra potrà capire cos’è meglio per lui e agire di conseguenza.

Un bimbo che fa sport ha già vinto

La ginnastica artistica è diventata uno sport sempre più popolare in Italia grazie anche ai buoni risultati che le nostre nazionali hanno perseguito.

È normale che i bambini ne rimangano affascinati, chi più chi meno. Ma il fatto che mostrino interesse per questa disciplina non significa necessariamente che vogliano intraprenderla.

Parlate con loro, visitate le palestre e fate fare ai piccolini una lezione di prova se vi sembra che questo sport possa essere quello che adatto. Al di là dei risultati, il solo fatto che frequentino una palestra volentieri è una vittoria. Ricordiamo sempre che lo sport porta enormi benefici al fisico e alla mente. Se poi regala anche qualche medaglia ancora meglio, ma solo se è ciò a cui il bimbo aspira… il bimbo, non noi!

Sonia

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