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“Mio figlio in casa non mi aiuta per niente. È molto disordinato, non riordina neanche la sua stanza”

Molte volte abbiamo sentito pronunciare queste parole da amici o conoscenti, oppure siamo stati noi stessi a ripeterle in più di un’occasione. Quando mia figlia andava alle elementari capitava spesso che, con le altre mamme, ci si confrontasse su questi temi. Se e come far partecipare i bambini ai lavori domestici era una delle discussioni all’ordine del giorno. E visto quanto accendeva l’interesse ho deciso di riproporre oggi l’argomento, riportando la filosofia di Maria Montessori a riguardo.

Prima di leggere l’articolo però perché non mi scrivete se siete pro o contro il coinvolgere i bimbi nelle faccende di casa? Sono curiosa di conoscere il vostro pensiero e anche la vostra esperienza a riguardo. Potrebbero darmi nuovi spunti di riflessione.

Perché chiedere ai bambini di aiutare con le faccende di casa

Non credo che le nostre mamme si siano mai poste il problema del perché chiederci di aiutarle in casa. Era normale che lo facessimo allora, parlo degli anni ‘80. Tutti in famiglia dovevamo collaborare, ognuno secondo le proprie forze. Certo, noi bambini avremmo preferito andare a giocare anziché stare lì a rifare letti, pulire bagni o lavare piatti. Ma c’era il tempo per “lavorare” e quello per divertirsi, e il primo aveva la priorità.

Poi le cose sono cambiate. Alla cosiddetta generazione di ferro è subentrata la nostra, che ormai dai media viene vista come la generazione con i figli di cristallo. Sono tanti i perché di questo capovolgimento del modo di vedere l’infanzia. Non mi concentrerò sulle cause che lo ha generato perché esulano dal discorso che voglio portare avanti oggi. Dirò solamente che i bambini oggi si trovano avviluppati in reti comportamentali che noi genitori abbiamo costruito loro intorno con l’idea di proteggerli.

Anche evitargli le faccende di casa molte volte è stato visto come segno di rispetto. Non vi è mai capitato di sentire la frase “I bambini devono fare i bambini”? Mi chiedo solamente se chi la pronuncia sappia davvero cosa voglia dire fare il bambino. A me è stata detta quando ho riferito che mia figlia doveva riordinare la sua cameretta prima di andare a dormire.

Devo ammettere, però, che quelle parole mi hanno fatto pensare. Ad Aurora avevo assegnato alcuni piccoli compiti da portare avanti senza pormi troppi perché, seguendo il principio Montessoriano dell’“Aiutami a fare da me”.

Da quel giorno mi sono soffermata a riflettere sui vantaggi che il bambino può trarre dall’essere coinvolto nei lavori di casa. Ed ecco a quali conclusioni sono giunta.

Promuovere l’autonomia e l’autostima

bambini lavori domestici

Per un bambino è importantissimo sapersi destreggiare tra le faccende di casa: favorisce la sua autonomia.

Logicamente quando gli si affida un lavoretto domestico bisogna tener conto della sua età e delle capacità che ha sviluppato. Non si può pretendere, per esempio, che un bimbo di 2 anni lavi i piatti. Ma niente gli impedisce di raccogliere e rimettere a posto i giochi che ha lasciato per terra una volta che non li usa più.

Affidandogli piccole attività quotidiane si sta insegnando al piccolino a prendersi cura di sé e dell’ambiente che lo circonda. il bimbo che sa di esser utile in casa crescerà più consapevole del suo valore e delle sue capacità. Vedere il suo lavoro apprezzato lo porterà, quindi, ad accrescere la sua autostima e la sua sicurezza.

Sviluppare le abilità pratiche

Le faccende domestiche sono molto utili anche per sviluppare le abilità pratiche dei bambini. Toccando, manipolando oggetti diversi, coordinano le loro azioni e affinano i loro movimenti.

Interagendo con l’ambiente circostante i bambini apprendono. L’esperienza diretta è importante per imparare in maniera concreta. Vedere la conseguenza di eventuali errori, sperimentarla direttamente, aiuta i più piccoli a capire come risolvere i problemi. D’altronde è a questo che serve l’errore, come dice Maria Montessori. Serve a imparare, non a deprimersi o a sentirsi una nullità.

Responsabilizzarli e insegnargli la collaborazione

Affidare a nostro figlio un lavoro da svolgere significa responsabilizzarlo verso sé stessi e gli altri. Aiutando in casa imparerà che ogni membro della famiglia ha un suo ruolo all’interno delle mura domestiche, ma anche che ogni individuo ha il suo ruolo all’interno della società.

Affidargli dei piccoli lavori domestici significa fargli capire l’importanza del collaborare e del condividere, gli permetterà di sviluppare il senso di appartenenza. Portare a termine un compito con i suoi fratelli o con i genitori lo farà sentire parte attiva di una squadra e farà nascere in lui il senso di comunità e solidarietà.

Coinvolgere i bambini nei lavori domestici per…dare una mano in casa

Bambini lavori domestici

Molte mamme hanno paura di coinvolgere i propri bambini nei lavori domestici perché farlo probabilmente significherà spendere tempo e fatica. Ed è vero. Insegnare ad altri è sempre più impegnativo dello svolgere un determinato compito da soli. Insegnare qualcosa ad un bambino, poi, si rivela un compito complicato e delicato, che richiede una buona dose di pazienza.

Però guardiamo sempre il lato positivo delle cose. Affianchiamo alla parola tempo il verbo investire al posto di spendere. Un bimbo che fin da piccolo viene abituato a rendersi utile in casa, da grande sarà un aiuto importante soprattutto per i genitori che lavorano. Non mi fraintendete, non sto dicendo che dovrà arrivare ovunque papà e mamma non arrivano. Semplicemente voglio evidenziare che, occupandosi di alcune cose basilari, come fare il letto, tenere in ordine la sua camera o i suoi vestiti, renderà più semplice ai genitori che tornano stanchi da lavoro gestire la casa.

È normale che insegnargli le faccende domestiche significhi stargli dietro, ma non fatevi spaventare da questo. I bambini sono dei cicloni. Riescono a ricaricarti con la loro energia, con la loro curiosità, con la voglia di fare. Magari fare le pulizie con loro potrà rivelarsi più divertente del previsto.

Tra gioco ed educazione: metodo Montessori e lavori domestici

Maria Montessori era ben consapevole di quanto fosse importante coinvolgere i bambini nelle attività domestiche. Riteneva fosse utile per tutti i motivi visti sopra, cioè per sviluppare la loro autonomia, per responsabilizzarli, insegnargli a collaborare e dargli nuove occasioni di apprendimento. E non solo! Secondo la Montessori fare svolgere ai bimbi le faccende di casa significa anche promuovere l’autodisciplina, sensibilizzarli nei confronti dell’altro e sviluppare la loro attenzione e concentrazione.

Dava talmente importanza alla collaborazione domestica da inserirla e farla diventare parte integrante del suo metodo educativo.

Nelle Case dei bambini i piccoli alunni vengono abituati a rimettere a posto i loro giochini, a contribuire alla preparazione della tavola e del cibo, a curarsi dell’ambiente che li circonda. Logicamente tutti i bambini vengono posti in condizione di svolgere i compiti che vengono loro assegnati. Sono scelti tenendo conto dell’età dei piccolini, in maniera che siano stimolati a portarli avanti senza sentirsi inadeguati.

Bambini e lavori domestici. I più adatti ad ogni età

Altra cosa che Maria Montessori asseriva è che i bambini che in casa si sentono utili e rispettati sono felici e appagati emotivamente. Un motivo in più per coinvolgerli in piccoli compiti domestici. Ma a quale età cominciare ad assegnarglieli? E quali far fare loro?

Lavori domestici per bambini di 1-2 anni

bambini lavori domestici

Anche i bambini di 1 anno possono “aiutare” mamma in casa. Immagino il coro di proteste che può aver sollevato questa mia affermazione. Ho messo tra virgolette la parola aiutare proprio perché non si può pretendere che un bimbo che a malapena si regge in piedi sistemi letti, lavi piatti, ecc. Però a modo suo può rendersi utile, divertendosi e sentendosi soddisfatto di sé.

Potete coinvolgerlo mentre stendete piccoli capi di biancheria, per esempio. Fatevi passare le mollette e la biancheria dalla bacinella.

Io lo facevo fare spesso a mia figlia, e ne approfittavo per insegnarle i colori. Le chiedevo di passarmi una molletta rossa, o verde, o di un altro colore qualunque. Altre volte le domandavo quale fosse il colore dei suoi body o dei suoi vestitini. Poi ad un certo punto mi sono resa conto che mi passava la molletta dello stesso colore del vestito. Da sola aveva inventato un nuovo giochino 😊.

Un’altra cosa che le facevo fare spesso, e che i bambini di poco più di un anno possono fare tranquillamente, era mettere nella cesta i giocattoli che c’erano sul tappeto o sul pavimento. Logicamente quelli più leggeri e meno ingombranti. Sicuramente non giochi come la palestrina che a momenti erano più alti di lei.

Più che una cesta la mia era una grossa scatola di cartone che avevo colorato per renderla meno anonima. Sicuramente non poteva neanche essere paragonata alle bellissime toy box create da Elisa.

Lavori domestici per bimbi di 2-3 anni

Superata la soglia dei 2 anni i bimbi sono pronti per fare qualcosina in più. Per esempio, possono cominciare a capire che i vestitini sporchi vanno messi nella cesta dei panni sporchi. Logicamente sarete voi a guidarli suggerendogli quando è il momento di farlo finché non saranno in grado di intuirlo da soli.

Possono anche cominciare a dare una mano ad apparecchiare, passandovi i tovaglioli da mettere sulla tavola. O anche possono piegare i panni appena ritirati, quelli non troppo ingombranti.

Insegnategli anche a “spolverare come fa la mamma”. Chiedetegli di passare lo straccio sulle superfici alle quali arrivano, premurandovi di lasciarle libere. Non pretendete che spostino le cose, spolverino e le rimettano a posto. Dategli il tempo di crescere prima di assegnargli lavori del genere.

Lavori domestici per bambini di 4-5 anni

Un bimbo di 4-5 anni può cominciare a ordinare la sua cameretta. Ancora è troppo presto per chiedergli di rifare il letto, ma può assistervi mentre ve ne occupate. Magari può aiutarvi a eliminare le pieghe dalle lenzuola, o passarvi il cuscino quando serve.

Se avete un giardino questa è l’età giusta per coinvolgere il bimbo nella cura delle piante. Annaffiarle, togliere le erbacce non gli permetterà di sentirsi solo utile in casa, ma gli darà l’opportunità di entrare a contatto con la natura e il benessere che è in grado di regalare.

A 4-5 anni il bimbo può anche cominciare a prendersi cura di un animale domestico. Che sia un cane, un coniglietto o i pesci dell’acquario non cambia. Può occuparsi di sfamarlo agli orari prestabiliti. In tal modo capirà anche l’importanza di prendersi cura di un essere vivente che dipende da lui.

Lavori domestici per bambini dai 6 ai 10 anni

bambini lavori domestici

I bimbi da 6 anni in su sono abbastanza grandi da poter essere coinvolti in cucina. Possono lavare e pulire le verdure, aiutarvi a preparare una torta o dei biscotti, o anche mettere i piatti sporchi in lavastoviglie.

Possono apparecchiare la tavola, spolverare, rifare i letti. Chiedete il loro aiuto anche per compilare la lista della spesa: sarà utile per fargli capire che saper scrivere è importante non solo per prendere un bel voto a scuola.

E incoraggiateli a prestare attenzione a piccoli compiti, come quello di sostituire il rotolo della carta igienica quando finisce. Abituare i bambini a non avere sempre la mamma che gli corre dietro renderà la vita più semplice a tutti.

Insegnare con pazienza

Oggi sono sempre di più le donne che lavorano, quindi è sempre più importante che in famiglia tutti collaborino per mantenere la casa pulita e in ordine. Quindi, cari mamma e papà, anche se vi costa fatica, investite un po’ del vostro tempo per aiutare vostro figlio a crescere anche insegnandogli le faccende domestiche.

Non prendetevela con lui se non fa le cose esattamente come vorreste. Fate scorta di pazienza e soprattutto non commettete l’errore di dirgli “Non sei capace” e di rifarle da capo. Se il bimbo vede che il suo lavoro non viene apprezzato, oltre a demoralizzarsi, non si impegnerà più nell’eseguirlo. E, d’altronde, mettetevi nei suoi panni: perché impegnarsi a farlo se tanto poi lo rifaranno mamma o papà? Voi non vi comportereste allo stesso modo al loro posto?

Sonia

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