Era un calmo sabato mattina di mezza estate, il sole era già alto, l’umidità rendeva la pelle appiccicosa e sicuramente la temperatura si sarebbe alzata ancora durante il giorno. Papa’, sorseggiando il suo caffè, era immerso nei suoi pensieri e pensava a cosa fare per sfuggire da quel caldo.
“Sveglia Marmottina! Oggi siamo solo io e te, sarà una grande giornata!”, urlò Papà entrando nella cameretta. Giada, ancora mezza addormentata, non era cosi’ entusiasta e velocemente si giró dall’altro lato.
“Forza bella addormentata! Salta giù dal letto! La colazione è pronta. Tra mezz’ora si parte, preparati!” continuò Papà dirigendosi verso il garage per preparare le cose per il weekend.
Un’ora dopo, Papà, Giada e Carotina, l’inseparabile peluche, erano pronti per lasciare la città con il Vecchio Carlone.
Carlone era un Volkswagen T1 rosso che Papà aveva comprato quando aveva 20 anni, con l’idea di usarlo per vedere il mondo. Carlone era vecchio, lento e certo non pronto a girare il mondo, ma era ormai una parte fondamentale della famiglia.
“Papà, dove stiamo andando?” chiese Giada. “Andiamo fuori città, un posto dove Nonno mi portava quando avevo la tua età” e poi aggiunse: “Penso tu sia abbastanza grande per questa avventura, però non so quanto coraggiosa…”
“Papà! Ho 5 anni adesso, sono una bambina grande!” rispose la bimba.
Papà sorrise poi fece partire l’unica musica disponibile sul Carlone: un’audiocassetta di sigle di cartoni anni 90.
Giusto il tempo di finire la sigla di Sailor Moon e il paesaggio cambiò completamente, erano circondati dal profumo della natura e dal canto degli uccellini.
“Ci siamo, Marmottina! Riconosco quella grande roccia, questo è il posto!” esclamó Papà parcheggiando.
“Che l’avventura abbia inizio! Io monto la tenda. Tu e Carotina andreste a raccogliere un po’ di rametti per il fuoco?”
“Andiamo Carotina!” urlò Giada parlando con il suo coniglietto. “Non allontanarti troppo!” aggiunse Papà mentre lei iniziava a correre verso la foresta.
Tutto era pronto per la notte. Il fuoco si stava animando e la cena era quasi pronta. Giada parlava con Carotina e la avvertiva di non avvicinarsi troppo al fuoco. Quando tutto sembrava andare per il meglio, all’improvviso sentirono un rumore provenire dalla foresta.
“AAAAAAARGH!”
“Papà, cosa è stato?” chiese Giada con voce tremolante, e ancora: “AAAAAAARGH!”
“Papà, Papà, Papà!” ripetè Giada abbracciata alle gambe di Papà.
“Pancio! – urlò Papà – Pancio, sono io! Ho i tuoi biscotti preferiti!”
“AAAAAAARGH!” l’orso Pancio uscí dalla foresta, vedendo il suo vecchio amico iniziò a muovere le zampe felice.
“Giada, lui è Pancio, siamo diventati amici la prima volta che sono venuto qui. Ama i biscotti e il cioccolato” spiegò Papà.
L’orso si avvicinò.
“Forza Pancio! Lei è Giada, mia figlia. Sii gentile!” disse il Papà con voce decisa.
L’orso abbassó la testa per farsi accarezzare da Giada che adesso non aveva più paura dell’animale.
Vedendo tutta la compagnia intorno al fuoco, Papà ricordó lo stesso momento della sua infanzia e si sentì felice di condividere questo momento speciale con il suo vecchio amico e Giada.