Buongiorno amici di Cherieswood.
Oggi vorrei confrontarmi con voi sul tema della gentilezza e dell’empatia dei bambini. Lo faccio per riallacciarmi al discorso sulle emozioni portato avanti in uno dei precedenti articoli, ma non solo per quello. Ieri mattina, mentre ero in pullman, ho prestato attenzione a quanti ragazzi, salendo, salutavano l’autista. Pochissimi in realtà. La maggior parte di loro lo ignorava proprio. E questa non è la prima volta che noto questa indifferenza nei confronti dell’altro da parte dei giovani.
Gesti come augurare il buongiorno, chiedere scusa, ringraziare, che un tempo erano prassi quotidiana, sono sempre più rari. Sembrano essere l’eccezione e non la regola. Eppure non costa nulla regalare un minimo di attenzioni a chi, come nel caso dell’autista, sta comunque rendendoci un servizio. Perché è così difficile, sempre nel pullman, alzarsi e lasciare il posto a una persona che ha più difficoltà di noi nel reggersi in piedi? E cosa costa, al supermercato, ringraziare la commessa che affetta il prosciutto o ti prepara il panino che hai chiesto?
Non abbiamo cresciuto una generazione insensibile, anzi, tutto il contrario. Bisogna capire il perché comunicare con gentilezza sembra essere così difficile per i nostri ragazzi. Forse non siamo riusciti a far capire loro l’importanza di una parola o di un gesto gentile? E allora cosa dobbiamo fare per insegnare la gentilezza e l’empatia ai bambini?
Empatia, gentilezza e sviluppo del bimbo
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere le sue emozioni. Essere empatici quindi porta a comportarsi premurosamente con tutte le persone, anche se si tratta di perfetti sconosciuti. Quindi l’empatia è fortemente collegata alla gentilezza. Sono qualità che non possono mancare per garantire una crescita sana e armoniosa dei nostri bambini. Li aiutano ad entrare in relazione con gli altri, a stringere le prime amicizie, a gestire in maniera costruttiva i conflitti. Nel futuro torneranno loro utili per giostrarsi al meglio nel lavoro, soprattutto in quello di squadra. E per stabilire legami che li facciano sentire a proprio agio all’interno della comunità in cui vivono.
Tuttavia, non sono innate nel bambino. Si sviluppano nel tempo e saranno tanto più forti quanto più fertile sarà il terreno che permetterà ai bimbi di coltivarle.
E allora se l’ambiente nel quale i nostri figli crescono è fondamentale per sviluppare appieno queste qualità, forse dovremmo lavorare maggiormente su di esso affinché riescano a esprimere la loro premurosità nei confronti dell’altro. Quindi stacchiamoli da quegli schermi che molte volte fanno da compagnia alla loro solitudine. Non li aiutano ad esprimere il loro sentire, a interagire direttamente con qualcuno. E questo fa sì che si trovino in imbarazzo o che proprio neanche si mettano il problema del farlo quando sono davanti a esseri umani veri e propri.
Empatia e bambini, come aiutarli a svilupparla
Noi genitori siamo il punto di riferimento dei nostri figli. È da noi in primis che imparano l’empatia e la gentilezza, ed è quindi compito nostro insegnare loro a svilupparla. Vediamo insieme come.
Sviluppare l’empatia nei bambini: prendere consapevolezza delle proprie emozioni
Abbiamo detto che l’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro. Ma capire il sentire di altre persone per un bambino non è semplice. Deve per prima cosa prendere confidenza con le emozioni, e questo non si ottiene dall’oggi al domani.
Il cammino per riuscire a mettere ordine e dare un nome a ciò che le emozioni suscitano è lungo e deve essere intrapreso sin dai primi mesi di vita. Essere consapevoli delle proprie emozioni e saperle riconoscere anche nell’altro è il primo passo per sviluppare l’empatia.
Sviluppare l’empatia nei bambini: immedesimarsi negli altri
A volte può anche accadere che un bimbo davanti alla sofferenza di una persona rimanga indifferente. Niente di meglio, allora, che insegnargli ad immedesimarsi nell’altro per sviluppare l’empatia.
Parliamo con lui, leggiamogli storie che possano essere da spunto, chiediamogli come si sentirebbe se si trovasse lui in una determinata situazione. Immedesimarsi negli altri aiuta i bambini a comprendere l’importanza dell’avere vicino qualcuno che ci capisca o ci sia di conforto quando stiamo male. E questo gli farà capire anche il grande valore di una buona parola o di un gesto gentile nei confronti del prossimo nei momenti di difficoltà.
Sviluppare l’empatia nei bambini: praticare la gentilezza nella quotidianità
Una volta che il bambino ha acquisito l’importanza della gentilezza insegnategli a praticarla nella quotidianità. Fategli capire che è bene rispondere con un grazie ogni volta che qualcuno ci aiuta. Fategli notare come spesso il buongiorno viene ricambiato da un sorriso o da qualche parola gentile. E che dire scusa quando si sbaglia non sminuisce il proprio valore, anzi, lo accresce.
Ma le parole non bastano. La gentilezza va espressa anche con i gesti. Aiutare il compagnetto in difficoltà con i compiti, la mamma ad apparecchiare la tavola, o la nonna a portare la spesa è un modo gentile di rapportarsi con gli altri. Un bimbo che compie gesti di questo tipo non diverrà il ragazzo indifferente che non cede il suo posto in pullman alla persona in difficoltà che gli sta in piedi davanti.
Sviluppare l’empatia nei bambini: insegnargli a “prendersi cura di…”
Che sia un cagnolino, il fratellino più piccolo o il giardino di casa, insegnare ai vostri figli a prendersi cura di qualcuno o qualcosa vuol dire farli entrare in empatia con persone, animali e ambiente. Questo è fondamentale anche per sviluppare quel senso di responsabilità sociale che ultimamente sembra un po’ mancare.
Prendendosi cura di un giardino, rispettando i boschi, i parchi, i più piccoli imparano anche l’importanza del salvaguardare l’ambiente. Crescere bambini gentili ed empatici nei confronti della natura significa garantire loro quel futuro messo a rischio dall’indifferenza delle generazioni che li hanno preceduti.
Sviluppare l’empatia nei bambini: dare il buon esempio
E soprattutto, la cosa in assoluto che più può essere di sprone ai bambini per imparare l’empatia e la gentilezza è vedere i genitori metterle in atto.
Non si può pretendere che nostro figlio impari a chiedere scusa o a dire grazie se noi per primi non lo facciamo. Dare il buon esempio è sempre il modo migliore per insegnare: questo non dobbiamo scordarlo mai.
Giochi per aiutare i bambini a sviluppare l’empatia
Non tutti i bambini sono uguali. Alcuni sono vivaci ed estroversi, altri più timidi e riservati. E se per i primi è semplice relazionarsi con le persone, i secondi fanno molta più fatica. Questo non significa che non siano bimbi empatici, solo che non riescono a esternare la loro sensibilità. E allora vediamo in che modo aiutarli a farlo e, in generale, come favorire l’empatia in tutti i bambini tramite semplici giochi.
Il cubo delle emozioni
Questo è un gioco che i bambini possono fare sia in casa che a scuola. È necessario essere almeno in due per giocarci; se il gruppetto è più numeroso e ben assortito ancora meglio. Proponetelo quando avete piccoli ospiti in casa, in un momento di stasi, in cui sono troppo stanchi per correre e più disposti ad ascoltare.
Per eseguirlo serve solo un cubo di cartone. Createlo voi, magari facendovi aiutare dai vostri bambini. Saranno ancora più interessati al gioco se vengono coinvolti nella realizzazione.
In ogni faccia del cubo disegnate un’espressione diversa. Una volta lanciato questa sorta di dado casalingo invitate il bambino a descrivere l’emozione rappresentata, o a raccontare una storia reale o inventata che la mette in evidenza. È un allenamento importante per comprendere le emozioni e per entrare in empatia con gli altri.
La catena della gentilezza
Per promuovere la consapevolezza delle azioni gentili e incoraggiare i bimbi a compierle, create per loro, e con loro, una catena della gentilezza.
La formerete ritagliando delle striscioline di carta, che poi unirete ad anello. Ad ogni azione gentile corrisponderà un anello. Per rendere il gioco più interessante prima di pinzare le striscioline decoratele e scrivete o raffigurate la buona azione con un bel disegno.
Appendete la catena nella camera del vostro bambino. Vederla crescere col tempo lo farà sentire orgoglioso di sé e lo incentiverà ad essere sempre gentile.
Il puzzle del cuore
Per sviluppare l’empatia potrete proporre ai vostri figli anche questo giochino che ho preso in prestito dal web e rivisitato.
Disegnate un bel cuore grande su del cartoncino colorato molto spesso, e poi ritagliatelo in diverse parti. Ricomponete il puzzle oppure lasciatelo così, a seconda di come volete procedere.
Il gioco consiste nel riconoscere le emozioni riportate nelle storie. Ogni volta che nel racconto scelto si evidenzia una parola positiva nei confronti del protagonista, si aggiunge un pezzo al puzzle del cuore. Ogni volta che si notano atteggiamenti o frasi negative se ne toglie un pezzo.
Questo aiuterà i bambini a capire quanto le parole o le azioni possano fare bene o male a chi le subisce, e a regolarsi di conseguenza.
Il gioco dei mimi
Tutti sappiamo in cosa consiste il gioco dei mimi. Possiamo utilizzarlo anche per favorire l’empatia nei bambini chiedendo loro di imitare o di riconoscere emozioni da semplici gesti o espressioni facciali.
È un gioco che può essere tranquillamente fatto anche a casa, con papà, mamma, fratellini e sorelline. Aiuta i più piccini a capire come vengono esternati i sentimenti…e oltretutto può rivelarsi anche molto divertente.
Si può procedere in due modi:
- si lascia ad ogni partecipante la libertà di mimare l’emozione che preferisce
- il gioco può essere guidato da carte o persone che chiedono di mettere in scena l’emozione che gli alti devono indovinare.
I mimi possono anche esibirsi in coppia, mimando azioni che fanno scaturire poi reazioni emotive. È un gioco molto divertente sia per i partecipanti che per gli spettatori. I bambini saranno entusiasti di giocarci.
Empatia e gentilezza in primo piano per un mondo felice
Un mondo dove l’empatia viene messa in primo piano è un mondo felice. Pensate cosa significhi promuovere l’empatia, per esempio, negli ambienti scolastici. Significa ridurre drasticamente gli episodi di bullismo, favorire una maggiore cooperazione tra i bambini e l’entusiasmo in classe.
Sarebbe bene che, come in Danimarca, che è stata definita la nazione più felice del mondo, nelle scuole di qualunque ordine e grado venisse dedicata un’ora all’empatia e alla gentilezza. Si avrebbero bimbi molto più sereni, e quindi adulti che renderebbero migliore la società dove viviamo. Chissà se accadrà mai!
Sonia